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An finisce senza gloria Fini:

"Per noi un passo solenne"

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2009-03-22

SECONDO GIORNO DEL CONGRESSO. Gasparri: Mettiamo la benzina del Presidenzialismo"

Fini: "Il Pdl sarà un partito unitario

ma senza un pensiero unico"

Berlusconi: "Grazie a voi arriviamo a un traguardo storico"

Gianfranco Fini (Infophoto)

Gianfranco Fini (Infophoto)

ROMA - Il presidente della Camera e leader di An, Gianfranco Fini, ha preso la parola al congresso del partito, l'ultimo, prima di confluire nel Pdl. L'ha rioconosciuto subito: "Un po' di emozione c'è". Il suo ingresso alla Fiera di Roma, mentre stava parlando Gasparri, era stato salutato dall platea che lo aveva applaudito a lungo. "Segretario del Msi e poi presidente di An e ora presidente della Camera". Gianfranco Fini, prendendo la parola al congresso di An, spiega subito che il suo ruolo lo deve "all'impegno, alla dedizione, al sacrificio" di "chi per tanti anni ha dato tutto e non chiedere nulla". "Avverto - dice - il dovere di dire grazie per chi in ogni parte di Italia ha sempre tenuto la schiena dritta e ha avuto un grande amore per la propria terra". "Si chiude una fase della destra - spiega Fini -, non c'è stato nessun regalo, non c'è stato nessuno sdoganamento, non si sdoganano le idee. Le idee si affermano", ha aggiunto Fini. Il presidente della Camera nel suo intervento ha parlato di tutte le questioni. Politiche "Il Pdl non sarà un partito di destra, ma la destra sarà un valore di quel partito". "Si a una partito unitario ma no al pensiero unico". Istituzionale: "Il presidenzialismo non può essere un Parlamento messo in un angolo, al quale si chiede di non disturbare il manovratore". Ma anche "è finito il tempo del Bicameralismo perfetto". E ancora le sfide al futuro: "La nostra sarà una società multietnica e con l'immigrazione non serve mostrare i muscoli". Le ultime parole dell'intervento: "Oggi finisce An, nasce il Pdl, continua il nostro amore per l'Italia". Poi la commozione e il saluto di tutti i dirigenti di An sul palco. An si scioglie, il suo statuto non ha più valore. Nasce invece una fondazione al quale viene trasferito il simbolo del partito. La decisione è stata presa dal congresso nazionale del partito che ha approvato all'unanimità la mozione letta dal reggente Ignazio la Russa.

"PASSO IMPORTANTE PER NOI E PER L'ITALIA" - "Oggi - aveva iniziato Fini - siamo chiamati a costruire un momento; oggi non prendiamo un'occasione, oggi compiamo una strategia; oggi mettiamo una pietra e decidiamo di mettere una pietra in quello che ha rilevanza non solo per noi, ma per la nostra patria - ha detto Gianfranco Fini dal palco. Oggi - ha proseguito - ci accingiamo ad un passo non solo solenne e importante per noi, ma per la storia dell'Italia".

"15 ANNI DI ALLEANZA" - Quindici anni di alleanza tra An e Forza Italia, di rapporto con Silvio Berlusconi, "con un unico filo conduttore: la volontà di costruire un'Italia nuova". Sono quelli che Gianfranco Fini racconta davanti al congresso di An, sottolinenando come, da Fiuggi in poi, il partito che oggi si scioglie ha vissuto "alti e bassi", ma con una "linea strategica orientata verso un solo obiettivo: quello di costruire una alleanza nazionale, un'alleanza tra gli italiani". Il leader di An rivendica che nei 15 anni di alleanza con Fi, "non è mai accuduta una rottrura insanabile, come invece è capitato ad altri. Ma c'è stato un lungo cammino comune, pur fatto anche di polemiche e incomprensioni". E questo perchè l'alleanza "nasce dalla base, dagli elettori".

RIFORME ISTITUZIONALI - Sì al presidenzialismo, ma questo non può voler dire "che il Parlamento viene messo in un angolo per non disturbare il manovratore" ha anche detto Fini, esortando poi al superamento del bicameralismo perfetto. "Cosa aspetta - ha detto - il Parlamento a decretare la fine del bicameralismo perfetto?".

IMMIGRAZIONE - "La nostra società, tra dieci anni, sarà multietnica e multireligiosa". Gianfranco Fini, nel suo discorso guarda anche al futuro, a sfide delicate, difficili. Dice che il Pdl dovrà confrontarsi con questi problemi andando oltre "la logica, pur giusta , di chi vuole più ordine e sicurezza e chiede l'espulisione del clandestino". "Una società multirazziale porrà problemi del tutto nuovi sul piano dei diritti. Ed è evidente che se noi parliamo del primato della persona umana, non puoi discriminare qualcuno perché è immigrato, anche se è clandestino". Più in generale, "la società multietnica nel cuore del mediterraneo pone il problema del confronto con l'Islam; e non credo che il Pdl debba favorire l'intesa basata sul ripudio della superiorità e del fondamentalismo".

CRISI DELLA SINISTRA - Fini ha poi sottolineato che "ci sono le condizioni per questa nuova avventura del Pdl perché la crisi della sinistra italiana è una crisi di idee, non di consenso e di organizzazione. Ormai è scomparsa l'egemonia della cultura della sinistra".

IL SALUTO DI BERLUSCONI - "Cari amici di An, il mio non è un saluto formale, ma un atto di gratitudine e di riconoscenza ad un partito che dopo un lungo cammino ci consente, sulla spinta di milioni e milioni di elettori, di raggiungere tutti insieme un grande e storico traguardo", la nascita del Pdl. A sottolinearlo è Silvio Berlusconi in un messaggio inviato al congresso di An. Le parole del Cavaliere vengono lette dal coordinatore nazionale di Fi Denis Verdini salito sul palco delle assise di Alleanza Nazionale alla Fiera di Roma. "La comunità della destra - prosegue il messagio del Premier - ha affrontato ingiuste discriminazioni e ha pagato un duro prezzo alla difesa di idee e principi essenziali della vita e della cultura italiana. Quando nel novembre del '93 - prosegue il leader del Pdl - dichiarai che se avessi votato a Roma nel ballottaggio fra Fini e Rutelli avrei certamente dato il mio sostegno a Gianfranco, subii attacchi inauditi a conferma che ancora 16 anni fa permaneva un iungiusto e intollerabile pregiudizio nei confronti della destra".

GASPARRI: "METTIAMO LA BENZINA DEL PRESIDENZIALISMO" - "Mettiamo la benzina del presidenzialismo". È questa la "sfida" che ha poi lanciato Maurizio Gasparri dal palco del congresso di An. Il presidente dei senatori del Pdl cita Calamandrei e spiega che la Costituzione può anche essere la migliore macchina del mondo ma senza benzina non si muove. La Costituzione, insiste, "si può cambiare, non è un feticcio, un moloch". E allora "mettiamo la benzina del presidenzialismo", sottolinea.

22 marzo 2009

 

 

 

congresso a roma

An addio, il giorno dello scioglimento

La Russa: "Nasce il partito degli italiani"

La destra verso la fusione nel Pdl con Forza Italia

Ronchi: non sarà una monarchia di Berlusconi

Ignazio La Russa (Ansa)

Ignazio La Russa (Ansa)

ROMA - La settimana della "fondazione" del Pdl comincia con lo scioglimento di An, che alla Fiera di Roma, sabato e domenica, chiude il percorso della destra cominciato a Fiuggi. Nel prossimo weekend ci sarà invece il congresso fondativo del Pdl, con la fusione tra An e Forza Italia. Ma certamente è sul versante più a destra del nuovo partito che si muovono sentimenti e opinioni più forti alla vigilia del passo decisivo. "Non è una fine, è un nuovo inizio - ha detto subito Ignazio La Russa, reggente del partito - nascerà un partito multiidentitario, che per noi è il Partito degli italiani a lungo atteso".

LA MUSICA E IL DISCORSO - L'apertura dei lavori affidata al discorso di La Russa è stata preceduta da una introduzione musicale, con Enrico Ruggeri che ha cantato "Si può dare di più" accompagnato da un coro di diciotto ragazzi e ragazze. Poi l'attenzione si è spostata sul discorso del reggente. An entra nel nuovo Popolo della libertà senza complessi di inferiorità, con FI non siamo "fidanzati", ha ribadito La Russa, ma "gemelli". "Per noi quella di oggi è una festa - ha detto ancora La Russa - anche perchè è la prima volta nella storia politica italiana che dall'unione di due partiti, la somma che ne deriva è superiore a quella dei due addendi". Una scelta, quella della confluenza nel che deriva anche dalla mossa di Veltroni prima del voto. "Rendo merito a Veltroni di avere lanciato la sfida per la semplificazione del quadro politico". Ma, aggiunge, il processo della sinistra è stato dettato "da uno stato di necessità, altrimenti non poteva competere dopo l'insuccesso del governo Prodi", noi "non abbiamo problemi di leadership di ordine culturale".

PARTITO DEGLI ITALIANI - Quanto all'identità, non sarà cancellata. "Rispetto alle scelte di Fiuggi - dice La Russa - oggi è tutta un’altra vicenda. Allora, nel '95, consegnammo alla storia la nostra storia mentre oggi non ci tocca esaminare la nostra identità, abbiamo la consapevolezza di portare nel nuovo partito tutti i nostri valori, la nostra storia, i nostri uomini e le nostre donne. Oggi possiamo dire che andiamo a creare insieme a Fi un soggetto politico, che per noi è il partito degli italiani a lungo atteso, che avrà un destino elettorale ampio, oltre il 40% e che perciò non può essere monoidentitario". Il Pdl, continua, sarà un partito di "regole" all’interno di una "forte cornice valoriale", un partito in cui ci sarà "dibattito e confronto" ma poi ci sarà un "momento decisionale, che guai se non ci fosse". All'interno del Pdl, dice La Russa, i militanti di An resteranno sempre "la destra". Il nuovo partito dovrà avere "più destra possibile. Da qui a qualche anno non ci sarà bisogno in Italia di dire di essere di centrodestra, ma, con termine europeo, di dire che il Pdl è la destra italiana, forte della nostra storia e della nostra militanza". Poi l'omaggio alle scelte anche recenti di Gianfranco Fini: "Un uomo di destra, quando ricopre un ruolo istituzionale, lo fa senza compromessi. Quando indossa la casacca di presidente della Camera Fini non lo dimentica: ha il dovere di svolgere il suo ruolo in modo impeccabile. Anche quando vorrebbe cambiare le regole che ci sono, e che sono un pò lente, ha il dovere di dire che tutto va fatto senza salti in avanti. Ti dobbiamo un grazie per il tuo coraggio".

RONCHI: "NON SARA' UNA MONARCHIA" - "Il nuovo partito non sarà una monarchia: sarà un partito democratico, costituzionale, pluralista" secondo il ministro Andrea Ronchi che, nel suo intervento al congresso nazionale di An, ha voluto smentire chi teme che il Pdl sarà un dominio di Silvio Berlusconi. "Qualcuno - ha aggiunto Ronchi - dice che stiamo per entrare in un partito con un monarca, una specie di grande Forza italia. Questo è un grande errore. Il Pdl ha sicuramente un grande leader, Silvio Berlusconi, ma ha anche un altro grande socio fondatore, Gianfranco Fini. Abbiamo due leader, ciascuno nel suo ruolo".

SCHIFANI: "CUSTODIRE IL PATRIMONIO DI AN" - Secondo il presidente del Senato, Renato Schifani "il prezioso patrimonio di An sarà ben custodito non soltanto da Silvio Berlusconi, ma dalla nuova formazione politica che da qui ad una settimana si andrà a fondare". .

"BUON LAVORO" - Il Pd "sta naturalmente osservando con grande attenzione e grande rispetto" la svolta del congresso di An. "Tutto quello che può rendere più razionale e compatto il sistema politico è il benvenuto", dice il responsabile economico del Pd, Pier Luigi Bersani, che a margine del Manifutura Festival di Pisa dove si trova oggi aggiunge: "Posso solo osservare che questa loro vicenda, rispetto a quello che abbiamo conosciuto noi, è stata condotta in modo rapido e anche un po' più sbrigativo. Comunque, auguri di buon lavoro".

 

21 marzo 2009(ultima modifica: 22 marzo 2009)

 

 

 

 

"Noi siamo la Destra"

Il giorno dell'orgoglio

con Menia unico ribelle

Alemanno:"Porteremo con noi anche le idee che guidarono la nostra militanza giovanile"

Ignazio la Russa abbraccia Giorgia Meloni (Ansa)

Ignazio la Russa abbraccia Giorgia Meloni (Ansa)

L'unico in camicia nera — neri anche il giubbotto di pelle e la cravatta per non sbagliarsi — è il cantautore Ruggeri, che è qui in memoria delle botte prese alla Statale dai rossi quando si vestiva da punk. E l'unico sussulto, o quasi, è quando "l'autoreggente" La Russa ricostruisce la nascita del Pdl evocando con voce affranta "quel giorno speciale, in cui i nostri due grandi leader Silvio e Gianfranco persero le loro mamme...". Fini si volta verso la segretaria Rita Marino e le dice: "Ma quale stesso giorno". La Russa si corregge, "di fatto nello stesso giorno", Fini distoglie lo sguardo, La Russa tenta un "quasi contemporaneamente ", Fini ora inquadrato dai maxischermi scrive qualcosa su un foglio. Seccato non tanto dall'errore temporale — Rosa Berlusconi morì il 3 febbraio 2008, Erminia Fini il 7 febbraio, ma la coincidenza fu in effetti singolare —, quanto dal tentativo di legare una scelta politica a una questione privata: lui non l'avrebbe mai fatto. L'altro sussulto è venuto dal triestino Menia, fama di duro, che esprime i dubbi di molti sulla fusione e viene infatti acclamato. Per il resto, il terzo e ultimo congresso di An è la riaffermazione dell'identità della destra.

UOMINI E SIMBOLI - Quasi mai nominato Berlusconi, spessissimo Almirante — celebrato dal video iniziale — e Tatarella. E poi: tutti in piedi per i martiri delle foibe, molti in lacrime per Ramelli, Zicchieri e i "caduti" come dice La Russa degli Anni '70. Altri video con tricolori, zolle di terra, Marinetti definito "uomo capace di immaginare il futuro ", spighe di grano, il carro armato di piazza Tienanmen, donne incinte, Nassiriya, ancora Almirante in tutte le posizioni, carabinieri a cavallo, estradizione di Cesare Battisti chiesta a gran voce, embrioni, il Vittoriano.

CENTRODESTRA E DESTRA - La Russa: "Nessuna sottomissione, nessun annullamento ". Pausa, poi la parola evocativa: "Nessuno spegnimento". "La fiamma arderà sempre nei nostri cuori!" traduce un corpulento delegato ligure. L'idea è che Berlusconi avrà potere e denaro, ma "il nuovo partito avrà i nostri valori e le nostre idee" dice La Russa, comprese quelle "che hanno guidato la nostra militanza giovanile" rivendica Alemanno. Il Pdl sarà pure "il più grande partito della storia", ma il contenuto sarà ciò che porterà An: "In Francia per dire Sarkozy dicono Droite, in Spagna dicono derecha, in Inghilterra Right. Un giorno anche noi non diremo più centrodestra, ma solo Destra" promette il reggente.

FRATELLI ETEROZIGOTI - Al di là della gaffe sulle due madri, di La Russa Fini è soddisfatto, gli riconosce di aver tenuto il punto in questi mesi difficili, è semmai Gasparri a essere sentito lontano da tempo, e anche i ministri scelti tra i suoi fedelissimi si sono allineati quasi sempre a Berlusconi: Matteoli ieri in doppiopetto grigio, la Meloni stretta all'amico Ignazio nella foto ricordo ("Giorgia vieni qui, troppi uomini, ti proteggo io"). "Con Forza Italia siamo stati gemelli eterozigoti, con la Lega faremo fraterna competizione" dice La Russa, l'Udc è data per persa, "contenti loro contenti noi, così si litiga meno". La sua più che una relazione congressuale pare l'arringa di un avvocato o l'eloquio di un presentatore: modula la voce, lancia i filmati, "regia abbassare le luci e mettere l'audio", spiega le frequenti polemiche di Fini verso il governo con "la severità che mi riservavano a scuola i professori di destra e in tribunale i giudici di destra". Ce n'è pure per gli intellettuali di destra, la cui malizia è attribuita alla "gelosia per i successi di noi politici ".

CINEFORUM - Si chiude con l'omaggio ai "nostri ragazzi", e l'applauso che nei cineforum missini si alzava quando nella Battaglia di Algeri sfilavano i parà del generale Massu ora accoglie mimetiche e blindati in missione di pace tra folle che lanciano fiori e baci alle truppe. Seguono interventi a petto in fuori, lessico che nei talk-show non si sente da tempo, onore, orgoglio, valore, gloria, grandezza, schiena dritta e "vi porto il saluto della mia terra". Presiede il congresso lo storico missino Franco Servello, scampato alle revolverate di Pedrazzini, Lotta continua, nella fatale primavera del '72: raccomanda di non dimenticare Michelini e De Marsanich.

LIBRI - All'ingresso, pile impressionanti degli ultimi libri di Gasparri e Domenico Nania. Alessandra Mussolini ha legato un nastro bianco rosso e verde all'orecchino, in molti la avvicinano per omaggiarla: "Mi chiamo Benito anch'io...". Alemanno si scusa: "Volevo mettere la fascia tricolore, mi hanno detto che ai congressi di partito non si può". Alfredo Biondi, Cicchitto. Flavia Perina, come sempre vestita da uomo, spiega come tenterà di salvare il suo ottimo giornale, Il Secolo d'Italia. Squitieri. Astri calanti: Filippo Berselli, il professor Baldassarri. Granata responsabile della Cultura cita Ezra Pound e Paolo Borsellino. Schifani, presidente del Senato. Il sondaggista Piepoli, a caccia di clienti. Fini è seduto tra la segretaria e il portavoce Alfano, arrivando ha abbracciato e baciato solo Giuliano Benedetti, 79 anni, quasi cieco, figlio di un mutilato della Grande Guerra, fratello di combattenti della Rsi, qui rappresentata sul palco dal solo Mirko Tremaglia. Giuliana Fini, la figlia, c'è ma resta dietro le quinte. La madrina del congresso è Viviana Beccalossi, in camicia viola tutta svolazzi.

FINI E BERLUSCONI - Il ministro Ronchi ripropone la sua idea della "leadership duale", Silvio e Gianfranco appaiati. Giulia Bongiorno, battagliera presidente della commissione Giustizia: "Io sono entrata in An perché c'era Fini, anche nel Pdl resterà lui il mio punto di riferimento". "In tanti tra i dirigenti obbediscono già da tempo a Berlusconi — dice in privato Alessandro Campi, direttore della Fondazione Farefuturo di cui Fini è presidente —. Però se Gianfranco dicesse che ha cambiato idea e il Pdl non si fa più, la base lo seguirebbe ancora una volta". Quando Menia guasta un poco il rito Fini è già lontano, stamattina si prepara a perfezionare l'operazione-identità con l'ultimo discorso rivolto al partito, prima di disegnare, tra una settimana alla fondazione del Pdl, la sua destra futura: merito, regole, responsabilità. Tanto la vecchia destra, come ha detto Ciarrapico, "è già con Berlusconi da tempo". La nostalgia c'era semmai a Fiuggi; ormai, dice invece Pingitore, "è tardi per dispiacersi". Ruggeri il cantante ha una sola preoccupazione: "Ignazio, non è che ora fondete anche Milan e Inter?".

Aldo Cazzullo

22 marzo 2009

 

 

 

 

 

 

REPUBBLICA

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2009-03-22

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* Fini: "Noi potremo avere problemi di organigramma, non di collocazione europea. I valori e le scelte sono quelle del Ppe" about 2 hours ago

* Fini: "Vedremo se Franceschini riuscirà a sciogliere il nodo della collocazione del Pd. Non c'è una terza via europea tra Pse e Ppe" about 2 hours ago

* Fini: "I valori ci sono, sono i medesimi, quelli del Ppe. La difficioltà del Pd è stata ed è quella della collocazione europea" about 2 hours ago

* Fini: "Il Pdl non nasce dal predellino. Lì Berlusconi ebbe la capacità di rilanciare. Il Pdl farà una fusione calda, non come quella del Pd" about 2 hours ago

* Fini: "Alleanza di base, su valori condivisi: in piazza o nelle urne, l'alleanza è nt da un lungo lavoro" about 2 hours ago

* Fini: "Tra noi e Fi un lungo cammino, fatto anche di problemi, ma certo coerente. Dando vita al Pdl si compie l'ultimo anello strategico" about 2 hours ago

* Fini: "Forza Italia ha rappresentato le paure e le speranze degli italiani. Non era una meteora. Momenti difficili, mai rotture insanabili" about 2 hours ago

* Fini: "15 anni di alleanza con Forza Italia e a cercare di consegnare al passat la partitocrazia per costruire un'Italia nuova" about 2 hours ago

* Fini: "15 anni con alti e bassi, ma con linea politica strategicamente orientata a un obiettivo: far nascere l'alleanza tra gli italiani" about 2 hours ago

* Fini:"Non sempre siamo stati all'altezza della cultura di governo. Alcuni di noi hanno ancora confuso governo con potere" about 2 hours ago

* Fini: "Con gli avversari si vince e si perde ma ci sono valori condivisi. Dalla superiorità della destra alla democrazia dell'alternanza" about 2 hours ago

* Fini: "Abbiamo scelto il valore della libertà e condannato la politica italiana tra le due guerre. Non ci sono nemici, ma avversari" about 2 hours ago

* Fini: "A Fiuggi abbiamo affermato la volontà di costruire il futuro. Non ci poteva essere presunzione di superiorità morale sugli altri" about 2 hours ago

* Fini: "Obiettivi erano coesione nazionale e sociale. La destra postideologica ha fatto i conti con lo stato etico e il corporativismo" about 2 hours ago

* Fini: "A Fiuggi il primo anello di una lunga catena. La conferma di una scelta: il partito è uno strumento, non è mai un valore" about 2 hours ago

* Fini ringrazia La Russa. "Servello e Tremaglia hanno detto che la Stella polare del nostro cammino è sempre quella: l'amore di patria" about 2 hours ago

* Fini: "Mettiamo una pietra, un atto che abbiamo scelto e deciso di compiere. Giusto porre il quesito sulla bontà di questa scelta" about 3 hours ago

* Fini ricorda i momenti che hanno portato An al punto in cui è oggi. "Oggi siamo chiamati a costruire un momento, a compiere una strategia" about 3 hours ago

* Fini ricorda che ci deve essere gratitudine per i militanti e per gli alleati: "Oggi facciamo un passo importante per l'Italia" about 3 hours ago

* Fini: "Non ci sono stati regali né sdoganamenti. Non si sdoganano le idee. Le idee si affermano o non vincono le battaglie" about 3 hours ago

* Fini parla del rapporto stretto tra la destra e il Paese. E ricorda quelli "che hanno chiuso gli occhi senza vedere una destra vincente" about 3 hours ago

* Fini rivendica e ascrive ai militanti i successo di An, oggi partito di governo dopo decenni di lotte, di sacrificio e di impegno politico about 3 hours ago

* Fini: "Se il segretario di An è oggi presidente della Camera, è unicamente per la vostra passione e il sacrificio di chi ha dato tutto" about 3 hours ago

* Ecco Fini, lungo applauso. Lui ringrazia commosso: "Un po' di emozione c'è nel riprendere la parola davanti a voi, al mio partito" about 3 hours ago

* La Russa legge il messaggio di Napolitano che ringrazia per l'augurio del congresso e parla di confronto e del ruolo di governo di An about 3 hours ago

* La Russa ricorda che, subito dopo il discorso di Fini, ci saranno le votazioni e gli adempimenti congressuali about 3 hours ago

* Ora tocca a Fini. Servello saluta l'ambasciatore di Israele e chiama sul palco il presidente della Camera: "Devi restare il nostro leader" about 3 hours ago

* Matteoli: "Non si scioglie solo An. Si sciolgono An e Fi per formare un nuovo grande partito. Le nostre battaglie verranno con noi" about 3 hours ago

* Matteoli difende e rivendica la politica del goveno su economia, lavoro, banche e finanza. Ma anche il piano casa e le grandi infrastrutture about 3 hours ago

* Matteoli: "Il nostro percorso dimostra che il Pdl nasce per volontà degli elettori che lo avevano già deciso prima dei leader" about 3 hours ago

* Matteoli: "Con An dentro il Pdl, non ci sono rischi di monarchia. Noi portiamo la forza dell'impegno e del dibattito" about 3 hours ago

* Matteoli: "Le leadership si costruiscono, non si ereditano. Fini è leader, non c'è bisogno di scriverlo, si difende con la sua storia" about 3 hours ago

* Matteoli: "Dopo 15 anni di fidanzamento, si può passare al matrimonio. Il Pd è fallito perché le sue anime non stanno bene insieme" about 3 hours ago

* Matteoli insiste sulla necessità di un partito con più identità. "Le forze che fondano il nuovo soggetto, saranno capaci di farlo" about 3 hours ago

* Matteoli: "Col Pdl semplifichiamo il quadro politico. Quanto ai valori non credo cambi molto. Non deve cambiare molto" about 3 hours ago

* Matteoli: "I partiti che non dibattono sono già morti". Frecciata a Fi: "Chi sa solo applaudire il capo non ha futuro" about 3 hours ago

* Tocca a Matteoli che ricorda la passione di Fiuggi: "Stiamo fondando un partito nel quale si riconoscerà circa la metà degli elettori" about 3 hours ago

* Servello saluta l'arrivo di una delegazione Cisl guidata da Bonanni (applausi) e di una del Pd con Zanda e Realacci (applausi e fischi) about 3 hours ago

* Il congresso applaude Alemanno che ha concluso ineggiando ad An, al Pdl e all'Italia "che noi dobbiamo cambiare". Fini lo guarda e sorride about 3 hours ago

* Alemanno: "Entriamo nel Pdl senza guardare al passato. Portare i valori della destra dentro sintesi nuove. Siamo una comunità di vittoriosi" about 3 hours ago

* Alemanno: "Il Pdl deve avere una leadership forte, ma deve essere un partito di militanza, di impegno, di meritocrazia, di passione" about 3 hours ago

* Alemanno esalta il ruolodi Berlusconi, "ma al suo fianco c'è Fini che rappresenta la politica, le regole, le istituzioni" about 3 hours ago

* Alemann chiede un partito di protagonisti e di militanti. E' la tradizione di An che cercherà di modificare il Pdl about 3 hours ago

* Alemanno: "Non vogliamo un partito di nominati (lungo applauso in piedi), vogliamo un partito che non sia paternalista e conservatore" about 3 hours ago

* Alemanno chiede l'elezione diretta del presidente della Repubblica: "Solo così sarà un vero garante" about 3 hours ago

* Alemanno punta sulla difesa e la costruzione delle istituzioni. E' un punto critico per la destra: "Evitiamo il giacobinismo distruttivo" about 3 hours ago

* Alemanno: "Sulla Turchia siamo realisti. Meglio pensarci adesso piuttosto che trovarci poi i problemi in casa" about 3 hours ago

* Alemanno tocca il cuore del congresso ribadendo la sua perplessità sull'ingresso della Turchia in Europa about 3 hours ago

* Fini è seduto in prima fila, nello stesso posto di ieri e riceve il continuo omaggio di delegati e maggiorenti. Intanto prende appunti about 3 hours ago

* Alemanno parla dei diritti "agganciati ai doveri". Chi viene in Italia "deve rispettare leggi, identità e cultura del nostro Paese" about 3 hours ago

* Alemanno: "I buonisti non sono mai andati nei campi nomadi. Io ci sono andato e mi hanno applaudito perché ero il primo sindaco a visitarli" about 3 hours ago

* In sostanza, per Alemanno, vanno difesi i valori identitari dell'Italia contro i fondamentalismi degli altri about 3 hours ago

* Alemanno difende il Papa: "Nel mondo sconvolto dai fondamentalismi, in Italia pare che l'unico fondamentalismo sia quello di Benedetto XVI" about 3 hours ago

* Alemanno attacca sui valori e chiede "un nuovo grande umanesimo identitario. Per valorizzare i popoli bisogna valorizzarne le identità" about 3 hours ago

* Il sindaco di Roma chiede di liberare il Paese dalla burocrazia e "dai troppi cretini al comando che ci bloccano" about 3 hours ago

* Alemanno fa un paragone alpinistico: camminare in cresta tra l'abisso dell'intolleranza e quello dei salotti buoni. Puntare al cambiamento about 3 hours ago

* Alemanno chiede dignità ai valori della destra nel Pdl: "Perché, altrimenti, consegneremo un mare di voti alla Lega Nord" about 3 hours ago

* Per il sindaco di Roma, il fallimento dell'establishment mondiale dà spazio alla destra: "Spira un vento di destra. Per noi è un'occasione" about 3 hours ago

* Alemanno: "All'appuntamento senza timori, ma anche senza facili entusiasmi. C'è la crisi dell'establishment che ha governato il pianeta" about 4 hours ago

* Alemanno: "Vedo i militanti duri e coriacei, ma anche gli ex-Dc, i liberali. Una destra a tante facce. Chiamati a una grande sfida" about 4 hours ago

* Gasparri lascia il palco abbracciato da La Russa, Alemanno e Ronchi. Tocca al sindaco di Roma, Gianni Alemanno about 4 hours ago

* Gasparri, scatenato, attacca Repubblica: "Diffonde menzogne". Entra Fini (sembra un ingresso fatto apposta) e lui si ferma per salutarlo about 4 hours ago

* A Gasparri non piace l'idea che la "destra chiude" e rivendica: "In Europa si parla di destra e sinistra. Il Pdl sarà la destra" about 4 hours ago

* Gasparri parla di "memoria condivisa" e ringrazia Napolitano per un libro del Quirinale sulle vittime di tutte le parti about 4 hours ago

* Intanto, Gasparri urla contro gli "opportunisti" ed esalta il ruolo dei militanti. E rivendica: "Noi colonnelli vogliamo diventare generali" about 4 hours ago

* Berlusconi ha detto che il "momento è storico". Il congresso aspetta Fini per capire se riuscirà a trovare un percorso di autonomia nel Pdl about 4 hours ago

* E' il Gasparri di sempre: attacchi pesanti. E torna ancora sul testamento biologico: "Sono per la vita e rifarei quello che ho fatto" about 4 hours ago

* Gasparri ancora contro Franceschini: "Sono pronto a votare la sua proposta sulla tassa per i ricchi se lui scrive una cartolina a Modiano" about 4 hours ago

* Gasparri attacca il banchiere Pietro Modiano: "E' il marito della Pollastrini, ha preso una liquidazione d'oro. La divida con i poveri" about 4 hours ago

* Gasparri: "Franceschini mandi una cartolina alla ua deputata Merloni la cui familia licenzia 600 persone in Piemonte" about 4 hours ago

* Gasparri attacca sul tema a lui caro del fallimento di Veltroni: "Era una nullità politica". E se la prende con le cartoline di Franceschini about 4 hours ago

* Gasparri insiste: "Gli elettori si sono già espressi e hanno votato a milioni il Pdl esiste già". E attacca il 'fallimento' della sinistra about 4 hours ago

* Maurizio Gasparri: "Noi abbiamo già ruoli di guida nel Pdl. Entriamo da protagonisti in questa nuova fase" about 4 hours ago

* Servello fa notare la commozine. E' come se il congresso, questa mattina, cercasse un pathos che, ieri, non c'è stato about 4 hours ago

* Prima, oltre al messaggio di Berlusconi, letto da Denis Verdini, c' stato l'intervento di Mirko Tremaglia che ha commosso e si è commosso about 4 hours ago

* Riprendiamo la diretta dal Congresso di An. Sta parlando Marizio Gasparri. Attacca sulla cultura: "La cultura italiana siamo noi" about 4 hours ago

* Termina così, il Twitter di Repubblica.it dal congresso di An. Prosegue domani (domenica) con l'intervento di Fini e il voto. about 22 hours ago

* Italo Bocchino: "La Lega non pensi di avere più spazio. Non le daremo mai ragione su tesi che non siano a vantaggio della coailizione" about 22 hours ago

* Italo Bocchino: "Il Dna del Pdl è quello della destra e nasce in casa An. Perciò non è scioglimento né annessione, ma evoluzione darwiniana" about 22 hours ago

* Andrea Ronchi: "An non si scioglie, ma entra nel Pdl con i suoi valori e la sua identità. Continua un grande cammino" about 22 hours ago

* Adolfo Urso: "Il Pdl esprime più leader. I cittadini dicono che il leader è Berlusconi, ma è anche Fini e, al Nord, anche Bossi" about 22 hours ago

* Adolfo Urso: "Questo partito non nasce dal predellino, ma nel 1993, Berlusconi indica Fini per il sindaco di Roma about 22 hours ago

* Fabio Granata difende l'ambiente e attacca il piano casa di Berlusconi: "Ha detto che piace in Europa, ma a noi interessa che piaccia qui" about 23 hours ago

* Al congresso, i giovani di An raccolgono firme per due odg: per il ricambio generazionale e per un movimento giovanile Pdl incisivo about 23 hours ago

* Tocca a Barbara Saltamartini, responsabile delle Pari opportunità. "Saremo il Partito della responsabilità. Aprire alle donne e ai giovani" about 23 hours ago

* Poi, intervengono, lo stesso Plinio ("Non ci annetteranno") e Fabio Granata che toccai emi dell'ambiente anche a proposito del piano casa about 23 hours ago

* Seduta pomeridiana. Chiamato a intervenire il generale Luigi Ramponi, ma non si presenta. Poi il genovese Gianni Plinio, anche lui non c'è 1 day ago

* Storace replica ad Alemanno: "Ai funerali non si fa ridere. Odio e rancore non ci riguardano. Alemanno dovrebbe ringraziarci ogni giorno" 1 day ago

* La Russa (che è ministro della Difesa) ha voluto chiudere la sua relazione con un video dedicato ai militari, intitolato "Grazie ragazzi" 1 day ago

* La Russa torna sul discorso della Fondazione preannunciata da Servello: "Il simbolo non si spegne ma transita nella fondazione" 1 day ago

* Andrea Ronchi punta sul mantenimento dell'identità: "An non si scioglie, ma entra nel Pdl con tutti i suoi valori" 1 day ago

* Matteoli: "Inevitabile l'emozione, ma anche la fusione. Fatti insieme 4 governi in 14 anni. Inevitabile arrivare al partito unitario" 1 day ago

* Il ministro Giorgia Meloni: "Una promessa mantenuta nei confronti dei nostri elettori. Se avessi nostalgia del passato non sarei qui" 1 day ago

* Cicchito sulla relazione: "Molto equilibrata, un contributo positivo alla costruzione del Pdl con l'ovvia rivendicazione del ruolo di An" 1 day ago

* Alemanno: "La Destra ci porterà via dei voti? Rischio da non sottovalutare, ma da Storace arriva solo rancore e odio" 1 day ago

* La Russa ha descritto, di fatto, una fusione senza problemi. Non tutti ne sembrano convinti. Vedremo domani e nel prossimo futuro 1 day ago

* La Russa ha descritto un partito fatto dall'unione di due forze 'gemelle' e sovrapponibili e ha usato lo statuto per rispondere ai dubbi 1 day ago

* La relazione del "reggente" ha toccato tutti i temi ma, ovviamente, non ha potuto dire quello che, forse, potrà dire Fini domani 1 day ago

* Una platea emozionata divisa tra chi soffre il passaggio e chi l'ha metabolizzato. La Russa (ma era difficile) non l'ha scaldata 1 day ago

* Anche Cicchitto (Pdl) conferma la posizione di La Russa sulla Lega: ''Manterremo l'alleanza e prenderemo atto della concorrenzialità" 1 day ago

* La Russa dedica le sue ultime parole ai giovani di An: "Grazie per avermi aiutato nella reggenza, grazie a Fini per la fiducia e l'amicizia" 1 day ago

* La Russa: "Non è lontano il tempo in cui il Pdl non verrà più indicato come il centrodestra, ma, come in Francia e Spagna, sarà la destra" 1 day ago

* Sempre sulla Lega, aggiunge, che competere non vuol dire scontrarsi ma neppure "essere sempre noi a fare un passo indietro" 1 day ago

* La Russa ricorda (province, Malpensa-Fiumicino, uso dei militari) i punti di contrasto con la Lega e conclude che è necessario competere 1 day ago

* La Russa: "Alla Lega dico che non ci sarà nulla di male se il Pdl dovrà darsi una strategia di sana competizione" 1 day ago

* La Russa conclude ricordando le vittime della storia della destra italiana. Applauso dell'intera platea. Filmato sull'identità 1 day ago

* La Russa, "prima di confluire nel Pdl" chiede l'impegno di An a chiedere al Brasile l'estradizione dell'ex-terrorista Cesare Battisti 1 day ago

* La Russa: "Fallito il processo massificante e relativista della sinistra marxista e giacobina. Vanno avanti i nostri valori" 1 day ago

* La Russa: "Vogliamo parlare a tutti. Lo realizzeremo molto più facilmente con un partito del 40%" 1 day ago

* La Russa: "Non c'è problema di leader del Pdl, perché è giusto che il leader sia Silvio Berlusconi" 1 day ago

* La Russa sulle ronde: "Non sarebbero passate se non avessimo ottenuto alcune regole sulla loro formazione" 1 day ago

* La Russa sugli immigrati: "Accoglienza ma severità. Oggi le nostre tesi sono tutte passate negli atti di governo" 1 day ago

* La Russa: "Noi e Fi mai antitetici, ma non uguali" e ricorda la sconfitta sull'indulto, "Ora Alfano dice che di indulti non si parlerà più" 1 day ago

* La Russa su Fini: "Quando fa il presidente della Camera svolge il suo ruolo con assoluta imparzialità" 1 day ago

* La Russa contro gli intellettuali di destra: Forse ci invidiano perché in politica abbiamo fatto quello che non è riuscito a loro in cultura 1 day ago

* La Russa parla del criterio 70 (Forza Italia) - 30 (An) per le cariche. Poi del ruolo di Fini. Che ruolo avrà nel partito? 1 day ago

* La Russa: "I coordinatori regionali saranno nominati dal presidente, avranno un vice vicario. Quelli provinciali, a regime, saranno eletti" 1 day ago

* La Russa: "Il Pdl avrà un presidente e un ufficio di presidenza di 20 persone e una direzione di 60/120 persone" 1 day ago

* La Russa: "Le apparenti criticità sono state superate. Regole, dibattito e decisione sono i nostri caposaldi" 1 day ago

* La Russa: "La sinistra, al di là della sfida di Veltroni ha fatto il Pd per necessità. La nostra è una scelta libera" 1 day ago

* La Russa: "Non abbiamo problemi di leadership né di valori politici sui quali far incontrare i nosri due partiti" 1 day ago

* La Russa: "Non era mai successo che il risultato di una fusione di due partiti sia stata maggiore della somma di risultati di ciascuno" 1 day ago

* La Russa: "Fini andò da Berlusconi e con un grande atto d'amore nacque il Pdl. Grazie Gianfranco, grazie Silvio" 1 day ago

* La Russa ricorda l'incontro tra Fini e Berlusconi pochi giorni dopo che entrambi avevano perso la madre quasi contemporaneamente 1 day ago

* La Russa ricorda quando Berlusconi fece nascere il Pdl sul predellino in piazza San Babila: "Non evamo d'accordo e lo dicemmo" 1 day ago

* La Russa: "La nascita del Pdl è la manifestazione del 2 dicembre 2008 quando i nostri militanti dimostrarono di essere più avanti di noi" 1 day ago

* Bersani (Pd) commenta il congresso di An: "Tutto quello che può rendere più razionale e compatto il sistema, è benvenuto. Auguri" 1 day ago

  • La Russa: "Per 15 anni gemelli con Forza Italia. Insieme tutte le battaglie. Mai separati. Gli altri alleati sono andati e tornati... 1 day ago

 

 

 

 

IL COMMENTO

La nuova destra

che forse non nascerà

di EUGENIO SCALFARI

OGGI Gianfranco Fini darà l'addio al suo partito che si scioglie nel grande mare del Pdl, il Partito del Popolo della Libertà, tre lettere maiuscole sulle quali campeggia il Capo carismatico Silvio Berlusconi, fondatore, presidente e leader intramontabile.

Un addio, quello di Fini, ma anche un arrivederci, almeno nelle sue intenzioni. L'esortazione e anzi il comando alla sua gente è di restare unita, custode di una tradizione, di valori propri e d'una propria identità, d'una propria egemonia che non deve disperdersi - così spera Fini - nel magma indistinto di Forza Italia.

Dovrà costituire anzi un punto di riferimento per più ampie aggregazioni dentro il nuovo partito e fuori di esso, per dare vita ad una nuova destra capace di guidare il paese anche quando il Capo carismatico deciderà di ritirarsi per sazietà o per stanchezza, comunque per l'inevitabile trascorrere del tempo che "va dintorno con le force".

Si tratta d'una proposta di larghe vedute, che non è soltanto politica ma anche istituzionale e culturale. Fini dà molta importanza a fondazioni culturali che avranno il compito di piantare nuovi innesti e nuove radici nelle tradizioni della destra. Il presidente della Camera sovrintenderà a questo lavoro ed ha come riferimenti il conservatorismo del XIX secolo, quello che si oppose al trinomio "libertà, eguaglianza, fraternità" in nome dei principi della tradizione e della terra, cioè della nazione, senza tuttavia rinunciare al filone laico di derivazione illuministica. Perciò Burke ma non De Maistre.

E dunque: lo Stato da riscoprire come depositario di un disegno-paese e di un certo grado di eticità; la Costituzione come quadro di rapporti sociali e custodia di pluralismo; il presidenzialismo che garantirà l'unità contro le spinte centrifughe e l'eguaglianza delle prestazioni pubbliche tra le Regioni e i cittadini che vi risiedono; la separazione dei poteri; l'economia mista dove lo Stato non si limita a formulare le regole e a farle rispettare ma, al bisogno, interviene direttamente come operatore di ultima istanza.

Questa è la piattaforma della nuova destra costituzionale che Fini indica al Pdl e in particolare ai militanti di An nell'atto stesso dello scioglimento di quel partito. Lo seguiranno? Riusciranno a realizzare gli obiettivi che il discorso di oggi ha con chiarezza indicato? Saranno in grado di fertilizzare il corpaccione di Forza Italia e di arruolare per quell'impresa che non gli somiglia affatto anche il "boss dei boss", il Capo carismatico che ha ancora dinanzi a sé un altro decennio di potere?

Per rispondere a queste domande occorre esaminare la natura profonda del berlusconismo, il suo rapporto con la Lega, le tendenze che emergono dalla società italiana, il ruolo di alcuni possibili successori del Capo, l'attrazione del centrismo, le capacità potenziali dell'opposizione riformista. Infine l'esito della crisi che infuria sull'economia mondiale. Nei limiti che lo spazio ci impone cercheremo di analizzare questi vari elementi del problema.

Può essere utile un confronto tra fascismo e berlusconismo. In fondo si tratta di due regimi; il fascismo durò vent'anni, il berlusconismo ne ha già alle spalle quindici e si avvia a raggiungere la durata del precedente e probabilmente a superarla.

Al di là di alcune somiglianze che indubbiamente ci sono e possono riassumersi nel carisma populista del Capo, essi divergono profondamente su un punto di capitale importanza.

Mussolini e il fascismo volevano costruire un uomo nuovo, ispirato dai valori della forza, dai doveri verso lo Stato, dalla cultura della guerra e della conquista, dagli ideali dell'imperialismo, dal mito della Roma imperiale. La maggior cura la dedicarono all'educazione della gioventù a questi valori e a questa mitologia. I successi che ottennero si rivelarono effimeri non appena si scontrarono con la durezza della realtà.

Il berlusconismo ha invece avuto come obiettivo la decostruzione del rapporto tra l'individuo e la collettività, la decostruzione delle ideologie, l'esaltazione della felicità immediata nell'immediato presente, l'antipolitica, il pragmatismo come solo fondamento delle decisioni individuali, il trasformismo come pratica quotidiana. La corruttela pubblica come peccato veniale.

Berlusconi è un uomo di gomma laddove Mussolini si atteggiava a uomo di ferro. Berlusconi galleggia e padroneggia la democrazia cercando di renderla invertebrata; Mussolini distrusse la democrazia. Mussolini volle lo Stato etico, Berlusconi appoggia il suo potere sull'incompatibilità degli italiani nei confronti dello Stato, salvo adottare lo statalismo quando una società impaurita lo invoca come il protettore di ultima istanza.

Si tratta, come si vede, di differenze profonde anche se il fine è analogo: un Capo carismatico, plebiscitato da un popolo che ha rinunciato ad esser popolo ed ha trasferito in blocco la sua sovranità al Capo.

Di fronte a queste caratteristiche dell'amico-nemico il disegno di Fini ha scarse possibilità di successo. Del resto i suoi "colonnelli" hanno da tempo introitato questa realtà e vi si sono adeguati.

Quando in una recente trasmissione televisiva il ministro Ronchi (che di Fini è il portavoce) parlò di una guida duale del nuovo partito, fu interrotto dal ministro Matteoli (anche lui di An) che rifiutò pubblicamente l'idea stessa di un consolato Berlusconi-Fini affermando che il Capo non poteva che essere uno e c'era già. Resta da vedere fino a che punto la base di An sia rappresentata da Fini o dai suoi ex colonnelli.

Ma per aderire al disegno del presidente della Camera ci vorrebbe un ritorno all'Msi, al fascismo puro e duro che esiste ancora ma non certo sulla linea laica e costituzionale di Fini. In una società di gomma il cemento del potere e del sottopotere è un collante formidabile; quel collante è nelle mani di un Capo proprietario del suo partito nel quale Fini entra da ospite dopo esser stato svestito dei suoi paramenti salvo quelli, abbastanza innocui, di natura istituzionale. L'esperienza di Casini da questo punto di vista è eloquente.

Visto che ho accennato a Casini, aggiungerò che l'attrazione del centro è assai modesta, almeno nello schema originario di ago della bilancia tra due forze contrapposte e di analoga dimensione. Le analoghe dimensioni sono un'ipotesi del passato destinata a non replicarsi per parecchio tempo, sicché contemporaneamente è scomparsa l'ipotesi stessa del centro come ago della bilancia. La strada di Casini a questo punto è segnata ed è quella dell'irrilevanza, dentro o fuori dal Pdl che sia. I contrasti possono alimentare tutt'al più una fronda, ma non possono aspirare né al potere né all'opposizione.

I successori sono di due tipi: il successore scelto dal proprietario quando il momento sarà deciso dal proprietario medesimo. Una scelta "alta" sarebbe Gianni Letta, una scelta servile sarebbe Alfano o (perché no?) una donna. Tutto può accadere nei regimi basati sulla proprietà e sulla gomma.

Oppure il successore emerge per forza propria. Può essere il caso di Formigoni, ma con molte più probabilità quello di Tremonti. La crisi economica favorisce il secondo ed anche il suo rapporto con la Lega. Piace perfino ad una parte della sinistra per il suo colbertismo statalista, ma non piace la scelta valoriale di Dio, Patria, Famiglia. Tremonti comunque aspetta, non precorrerà mai i tempi. Fini si è già esposto, Tremonti no. Per ora si contenta del fatto che il Capo (che non lo ama) abbia bisogno di lui.

Resta l'opposizione riformista che ora sta lottando per la sopravvivenza. Franceschini è una scoperta e qualche risultato l'ha già ottenuto, qualche piccolo passo avanti l'ha fatto, qualche punto di consenso l'ha riguadagnato. L'esame arriverà con le elezioni europee.

Dal punto di vista formale la sopravvivenza consiste nell'asticella da superare. Ragionevolmente sta a metà strada tra il 25 e il 30 per cento. Sotto a quel livello la sopravvivenza oggettivamente non c'è e comincerà l'implosione; ma significherebbe la scomparsa della sinistra riformista e laica dalla scena dopo la scomparsa politica già avvenuta della sinistra radical-massimalista.

Ammettiamo (e speriamolo per la democrazia italiana) che la sopravvivenza sia realizzata con le elezioni europee. Quale può essere il ruolo del Pd, oltre quello di darsi finalmente un'organizzazione ed una struttura? Capace di rieducare una parte consistente della società? Di alfabetizzare politicamente e moralmente quella parte consistente? Di ricostruire il rapporto tra la società e lo Stato, decostruito dal berlusconismo?

Il ruolo della sinistra riformista consiste proprio nelle risposte a queste domande che si riassumono nella riconquista della società alla democrazia partecipata e modernizzata. Nell'esercizio di questo ruolo il riformismo può incontrare il disegno degli ambientalisti, il disegno dei cattolici cristiani, il disegno dei liberali socialisti, il disegno della sinistra democratica ed anche il disegno di una destra repubblicana e costituzionale.

L'obiettivo comune è quello di ristrutturare una società destrutturata e modernizzare le istituzioni. Si può fare ma ci vorrà tempo. Tempo e veduta lunga. Uscire dal presente puntinista ed entrare coraggiosamente nell'avvenire.

(22 marzo 2009)

 

 

 

 

 

MAPPE

Presidenzialismo all'italiana

di ILVO DIAMANTI

LE polemiche sullo stravolgimento della nostra Costituzione trascurano un aspetto importante. Il nostro sistema istituzionale è già cambiato profondamente. Senza bisogno di grandi riforme, approvate in sede parlamentare oppure referendaria.

Ad esempio, siamo da tempo avviati verso il presidenzialismo. Anzitutto, attraverso il rafforzamento dell'esecutivo e, al suo interno, della figura del primo ministro (definito, non a caso, "premier", echeggiando il modello inglese). Poi, attraverso la mutazione dei partiti, che oggi è improprio definire "personali" (secondo la nota formula di Mauro Calise, fra i più attenti a registrare questi cambiamenti). Meglio chiamarli, appunto, "presidenziali". Perché tutti - e non solo l'archetipo Forza Italia - sono organizzati intorno a leader da proporre e imporre come candidati alla guida del governo del paese (ma anche degli enti locali). Al punto che, al momento del voto, sulle schede elettorali partiti e coalizioni accostano al proprio marchio il nome del candidato. Un segno di stravolgimento istituzionale, secondo Giovanni Sartori. Infine, il mutamento - per definizione - più visibile. Causa ed effetto degli altri. La mediatizzazione. La centralità assunta dai leader nella comunicazione politica.

Si tratta, ripetiamo, di un percorso comune ad altre democrazie occidentali. (Ne hanno fornito, di recente, una ricostruzione puntuale i politologi Thomas Poguntke and Paul Webb). Ma in Italia ha assunto un formato del tutto originale per l'interpretazione che ne ha dato Silvio Berlusconi. Un imprenditore mediatico, che conosce a fondo i meccanismi della comunicazione. E li possiede. In senso letterale. Berlusconi ha trasferito le logiche del marketing alla politica e ai partiti. Ne ha personalizzato l'immagine e il potere. Ha, inoltre, trasformato in modo rapido e profondo anche la forma di governo, rendendo il ruolo dell'esecutivo preminente sul Parlamento, come sottolinea il ricorso sempre più frequente alla legislazione per decreto (peraltro già abusata).

Alla preminenza dell'esecutivo sul Parlamento, d'altronde, si aggiunge la preminenza del premier sul governo. Che Berlusconi ha di fatto personalizzato. Visto che i ministri e i leader della maggioranza si incontrano a casa sua. A Palazzo Grazioli, Arcore, oppure nella sua villa in Sardegna. Dove riceve anche i "grandi della Terra", secondo un modello monarchico, più che presidenziale. La tendenza presidenzialista, inoltre, corre parallela all'affermarsi della "democrazia del pubblico", come la definisce il filosofo Bernard Manin. Dove il rapporto fra il leader e i cittadini diventa diretto, (im)mediato dai media. Una sorta di populismo mediatico che trasforma i cittadini in spettatori; misura il consenso per le politiche e i politici in base all'auditel.

Al principio di legittimazione offerto dal voto se ne è affiancato un altro, espresso dall'Opinione Pubblica. Descritta e, anzi, prodotta dai sondaggi riverberati dai media. Cittadini e Opinione Pubblica. Istituzioni e media. Berlusconi governa entrambi i settori. E li fa reagire, reciprocamente, in modo efficace. Utilizza l'Opinione Pubblica per rafforzare il potere sulle istituzioni ma anche sui cittadini. Per lui è naturale. Commentando i ripetuti sfoghi del premier, negli ultimi tempi, Vittorio Feltri, che se ne intende, ha scritto: "Berlusconi è talmente sincero che dice la verità anche quando racconta balle". Ragionamento, peraltro, reversibile. Ma certamente Berlusconi è sincero quando esprime fastidio verso le procedure - ahimé lunghe e complesse - della democrazia rappresentativa. E avanza l'idea di far votare i capigruppo per tutti i parlamentari. È altrettanto sincero quando manifesta tutta la sua insofferenza verso le cariche dello Stato, che interferiscono troppo sulle decisioni del governo. Verso Giorgio Napolitano: il Presidente della Repubblica parlamentare. Ridotto, dal presidenzialismo all'italiana, a un contrappeso istituzionale. Un garante della Costituzione. Una specie di Magistrato. Quindi, per Berlusconi, un avversario. Verso Gianfranco Fini. I cui continui richiami, la cui pretesa di contrastare il solo, vero Presidente, a Berlusconi appaiono irritanti e inattuali. Le resistenze di un passato che non vuol passare. Con l'aggravante che Fini, leader di An, con le sue critiche, danneggia l'immagine monocratica del nascente Popolo della Libertà. Napolitano e Fini: colpevoli, di fronte a Berlusconi, di essere più "popolari" di lui.

D'altronde, per il premier, la legittimazione fondata sull'Opinione Pubblica conta più di quella costituzionale. Da ciò la polemica continua - quasi un mantra - contro i media, colpevoli di distorcere la realtà. La fretta di rimodellare il sistema radiotelevisivo pubblico (cioè, le nomine). L'irritazione verso Sky: concorrente, politicamente non condizionabile. L'intento di intervenire anche sui giornali "indipendenti" più importanti. Berlusconi. Ha bisogno di legittimarsi ancora e a lungo presso l'Opinione Pubblica per rafforzare la sua autorità sulle istituzioni e sui cittadini. Non può permettersi, come avvenne tra il 2001 e il 2006, che crescano l'insoddisfazione e insieme la sfiducia. Parafrasando quanto scrisse Ernest Renan a proposito della nazione: la democrazia del pubblico è un plebiscito di tutti i giorni. Una lotta quotidiana, dura e insidiosa. Per Berlusconi. Anche per la democrazia. Anche per noi.

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L'UNITA'

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2009-03-22

An finisce senza gloria Fini: "Per noi un passo solenne"

L'emozione c'è, "un po'". Gianfranco Fini prende la parola, il suo discorso chiude il congresso di Alleanza Nazionale, ne sancisce la fine. E l'inizio di un'altra storia. Scontata nelle premesse, tutta da verificare nei fatti a venire e negli effetti che produrrà. "Si chiude una fase della destra - spiega Fini -, non c'è stato nessun regalo, non c'è stato nessuno sdoganamento, non si sdoganano le idee. Le idee si affermano", conclude.

Ma la prossima settimana esisterà solo il Popolo della Libertà, e anche le idee a quel punto avranno comunque cambiato casa. Fini ne fa un discorso di lunga durata e di cambiamento epocale. "Oggi non siamo chiamati a cogliere il momento" come avvenne nel '94, quando "lo spappolamento della prima Repubblica mise finalmente la destra italiana nella condizione di raccogliere consenso", oggi "siamo chiamati a costruire un momento; oggi non prendiamo un'occasione, oggi compiamo una strategia; oggi mettiamo una pietra a decidiamo, noi, coscientemente di farlo, di mettere una pietra in quello che ha rilevanza non solo per noi, ma per la nostra patria". Un passo "non solo solenne e importante per noi, ma per la storia dell'Italia".

La prima mossa, ricorda Fini, risale a Fiuggi, il congresso del 1995: "Il passaggio alla destra postideologica, da una logica del nemico a una logica dell'avversraio: come diceva Pinuccio Tatarella, il nemico o si annienta o ti annienta, l'avversario ti batte o si batte ma il giorno dopo continua la competizione". Fiuggi sottolinea fini "è stato il primo anello di una lunga catena". "Lì abbiamo fatto i conti con lo stato etico, che non fa parte della democrazia, e con lo stato corporativo, che è fuori dalla modernità. E tutto questo lo abbiamo fatto perchè ne eravamo convinti".

Poi c'è stato l'incontro interessato con Berlusconi. "Il Pdl non è nato a San Babila, questa unione tra la nostra gente e gli elettori di Forza Italia esiste da quindici anni", precisa Fini. "È un'alleanza basata su valori condivisi. Bisogna guardare con fiducia - spiega il presidente della Camera - perché i valori di riferimento sono i medesimi, quelli del Ppe". Ma valori fondati sulla laicità, chiede Fini. Il Pdl dovrà far proprio il valore della laicità dello Stato. "È un valore del Ppe, che ha smesso da tempo di essere un partito democristiano. Questo non significa negare il magistero della Chiesa o ignorare la dimensione della religione, ma collocare la religione nella sfera personale e privata e non in quella pubblica".

Il Pdl dovrà essere "un partito ampio, plurale, inclusivo, unitario. Ma unitario non vuol dire un partito a pensiero unico, c'è una contraddizione tra pensiero unico e popolo della libertà, perchè col pensiero unico manca la libertà ", sottolinea poi Fini. "Il Pdl - dice ancora Fini - non potrà essere un partito di destra: certi valori di destra dovranno dare il lievito al nuovo partito, saranno un valore aggiunto".

Inoltre un appunto sui meccanismi istituzionali: il nostro sistema istituzionale "è superato", occorre che la legislatura sia "costituente". Ma la riforma non può prevedere un Parlamento al quale si chieda di "non disturbare il manovratore". Ci dovranno essere "magari meno leggi, ma ci dovrà essere più controllo". Dice Gianfranco Fini al congresso di An, e chiede di riformare "il bicameralismo perfetto" perché "non ci possiamo pernettere due Camere con gli stessi poteri".

Da Berlusconi arriva il messaggio promesso: "La nascita del Pdl ci consente di raggiungere tutti insieme un grande e storico traguardo, resterà a lungo nella storia del nostro Paese e colgo l'occasione del vostro congresso per sottolineare l'importanza del vostro ruolo", il messaggio viene letto dal coordinatore di Forza Italia Denis Verdini. "Un grande e storico traguardo", dice Berlusconi già nella premessa del testo. E ancora "un momento storico per la vita italiana" è l'incontro tra il popolo di Forza Italia e quello di Alleanza Nazionale. "Voglio salutare, uno per uno, tutti gli iscritti di AN, il cui coraggio è stato di esempio per molti", dice ancora Berlusconi che riserva un pensiero speciale a Pinuccio Tatarella "che con le sue intuizioni e la sua intelligenza tanto ha fatto perchè si giungesse a questo traguardo", oltre ovviamente a Fini e La Russa.

L'aggettivo cardine dell'operazione Pdl torna nella conclusione del messaggio, quando si dà appuntamento alla prossima settimana quando "vivremo tutti insieme, venerdì, momenti destinati a rimanere a lungo nella storia del nostro Paese". Un "atto di gratitudine e riconoscenza" nei confronti di An per quanto fatto nella costruzione del partito unico.

Sulla stessa lunghezza d'onda Verdini,"Tutti insieme venerdì vivremo una storia straordinaria che entrerà nei libri di storia. Potremo dire che c'eravamo. Il Paese - ha detto Verdini - ha bisogno di una Destra moderna e il Pdl ne ha bisogno. Noi apprenderemo molte cose da voi e voi da noi".

Il coordinatore di Forza Italia ha sottolineato che "quando parlavamo di un partito al 51% si rideva, oggi c'è invece qualche preoccupazione. È un percorso iniziato dalla sinistra, lo dobbiamo riconoscere, ma si è bloccato - ha aggiunto Verdini - ma questo non ci indebolisce nel processo disemplificazione della politica".

A invocare però "una dignità di destra", altrimenti si rischia di farsi battere dalla Lega, pur andando nel nuovo partito "senza nostalgia, né timori ma neanche facili entusiasmi" è il sindaco di Roma Gianni Alemanno. "Berlusconi - osserva - è un perno della storia, parla alla gente. Fini però rappresenta le regole, la politica, le istituzioni. Noi costruiremo - rimarca il sindaco di Roma - il nuovo partito con la militanza e la democrazia e questo compito noi lo affidiamo proprio a Fini". Il sindaco di Roma chiede che ci sia "un Parlamento senza nominati, regole e chiarezza". "Non ci deve essere nessuna nostalgia del passato, il futuro sarà più bello", conclude Alemanno. Poco prima, una lungo applauso aveva accolto quest'altra affermazione di Alemanno: "Non vogliamo un partito e un Parlamento di nominati. Non vogliamo un partito paternalista o conservatore".

Richieste e aspettative su cui dopo il discorso di Fini scende il sipario: il presidente dalla Camera ha detto quello per cui tutti sono qui: "Oggi finisce An, nasce il Pdl, continua il nostro amore per l'Italia". E cita uno slogan "della nostra gioventù": "Se si ha paura, vuol dire che o non valgono nulla le idee in cui si crede o non vale nulla chi ha paura". Nel Pdl, aggiunge, "entri chi ci

crede". Un moto di orgoglio, vecchio stampo. Poi commosso scende dal palco, e circondato dai "colonnelli" del partito, si asciuga gli occhi, riceve l'applauso della platea dei delegati che hanno ascoltato il suo commiato ad An. Tra una settimana comincerà il ricordo.

22 marzo 2009

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-03-22

An confluisce nel Pdl.

Fini: "No alle correnti"

di Barbara Fiammeri

22 marzo 2009

L'INTERVENTO DI GIANFRANCO FINI FOTO RAVAGLI/INFOPHOTO

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La Russa: "An non si spegne, il Pdl sarà la destra italiana"

AUDIO / Da Fini a La Russa, voci dal congresso di Roma

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Un partito per costruire l'Italia di qui ai prossimi decenni. Questa è la sfida del Pdl, la stessa per cui 14 anni fa nacque An: dar vita a una grande alleanza nazionale. Gianfranco Fini conclude tra gli applausi, e anche tra quelche lacrima, il congresso che stamane ha deciso lo scioglimento del suo partito. Ora c'è il Pdl. "Entri solo chi ci crede davvero" avverte il presidente della Camera. Fini non censura quelli che possono apparire questioni scomode.

Fini a Berlusconi: "Leadership non sia culto della personalità"

La leadership del Pdl non è in discussione ma "Berlusconi stesso sa perfettamente che una leadership non è il culto della personalità, perchè un conto è essere il leader un conto è pensare che solo il leader può dare contributo di idee, di impegno, di soluzioni politiche". Ricorda anche la tensione suscitata dal discorso del predellino fatto a Piazza San Babila dal Cavaliere: "Non è allora che nacque il Pdl". Ribadisce tesi forti come sull'immigrazione "a cui non si risponde solo alimentando la paura", la laicità dello Stato, l'equilibrio di poteri: "Rafforzare l'esecutivo non significa chiedere al parlamento di non disturbare il manovratore, in futuro ci saranno magari meno leggi ma più controllo".

Fini: "Il Pdl non deve avere correnti"

Poi quanto all'organizzazione del Pdl Fini avverte: "Nessuno pensi di costituire una corrente di An dentro il nuovo partito", perchè se così fosse sarebbe stato meglio tenersi il "nostro". Anche sull'identità di destra, l'ormai ex leader di An dice parole scomode: "Il Pdl non sarà un partito di destra (come ieri aveva ipotizzato il reggente di An La Russa, ndr) ma i valori della destra saranno il valore aggiunto". Valori che sono quelli sanciti 14 anni fa a Fiuggi. Fini nega un "sdoganamento" dei postmissini: se An è arrivata dove è ("se chi aveva la vostra tessera è oggi la terza carica dello Stato") , è grazie "all'affermazione delle nostre idee non c'è stato nessun regalo".

Ad An sono giunti anche gli auguri di Silvio Berlusconi. Il premier ha inviato stamane un messaggio letto dal coordinatore di Fi Verdini in cuiI ha voluto personalmente ringraziare il partito di Fini per il suo contributo alla nascita del Pdl.

Alleanza nazionale diventa una fondazione

Il Congresso di An ha approvato all'unanimità, e per alzata di mano, la mozione che prevede la confluenza del partito nel Pdl, sancendo così di fatto lo scioglimento del partito. "An entro il 2011 - prevede il testo - si costituirà in una Fondazione che ne assumerà l'emblema e la denominazione". I vertici del comitato di gestione sono già stati nominati: il presidente sarà Franco Pontone, Rita Marino e Giovanni Catanzaro saranno i vicepresidenti. Il comitato di gestione agirà "secondo indicazioni e direttive impartite dal comitato dei garanti, composto da Donato Lamorte, presidente, Gamba, Raisi, Leo, vicepresidente è Caruso, Biava, Valentino, Petri e Gallitto".

22 marzo 2009

 

 

 

 

 

 

 

La Russa: "An non si spegne, il Pdl sarà la destra italiana"

21 marzo 2009

"L'emblema di An non solo non si spegne, ma transita in una fondazione che sarete chiamare a benedire con il voto e che continuerà a operare nello stesso spirito indicato dall'articolo 1 del nostro statuto". Così il reggente di An, Ignazio La Russa sprona il partito al congresso di scioglimento, verso la convergenza nel Pdl.

"È questo un dato importante - aggiunge - che ci permette di non avere rimpianti".

La Russa sottolinea come i valori della destra abbiano determinato in gran parte le scelte del governo e della maggioranza in questi mesi: "non è lontano il tempo in cui non ci sarà più bisogno in Italia di indicare il Pdl come centrodestra, come legittimamente e giustamente facciamo adesso, ma potremo indicare anche sul piano lessicale il Pdl come la destra italiana".

An-Fi, "gemelli diversi"

"Alleanza Nazionale e Forza Italia - dice Ignazio La Russa - sono sempre stati due gemelli, magari due gemelli diversi, ma sempre due gemelli .Non c'è stata una sola occasione in cui ci siamo divisi e abbiamo dato vita ad altre coalizione".

La Lega

Il Ministro della Difesa chiarisce: "non c'è bisogno di contrapporsi, al contrario bisogna competere", restando "pronti ad accettare correttivi", ma ciò non vuol dire "accettare l'ineluttabilità che siccome per vincere bisogna stare insieme, un passo indietro lo debba sempre fare il Pdl".

Gianfranco Fini

"quando indossa la casacca di Presidente della Camera - rimarca La Russa- Fini non lo dimentica: ha il dovere di svolgere il suo ruolo in modo impeccabile. Anche quando vorrebbe cambiare le regole che ci sono, e che sono un po' lente, ha il dovere di dire che tutto va fatto senza salti in avanti". "Gianfranco - dice La Russa rivolgendosi al leader del partito, seduto in prima filea - ti dobbiamo un grazie per il tuo coraggio, perchè, sfidando le critiche, vai dritto per la tua strada".

1.800 sono i delegati al Congresso, più di 150 giornalisti accreditati. I lavori si sono aperti con un video su Giorgio Almirante. "I valori sono la bandiera della mia vita", dice il leader missino nel firmato. "Vivi come se tu dovessi morire subito, pensa come se non dovessi morire mai", sono le parole di Almirante che concludono il filmato. Tutto il congresso ha applaudito in piedi.

Nel pomeriggio sono intervenuti, tra gli altri, i ministri Andrea Ronchi e Giorgia Meloni e il vicecapogruppo Pdl a Montecitorio, Italo Bocchino. Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha portato il suo saluto al congresso, dicendosi sicuro che il "prezioso patrimonio" di Alleanza nazionale "sarà ben custodito non soltanto da Silvio Berlusconi ma dalla nuova formazione politica che da qui ad una settimana si andrà a fondare". La seconda carica dello Stato ha riconosciuto al partito di Fini "un gesto politico non comune, non facile e coraggioso: quello di avere avuto l'audacia di accettare la sfida di una realtà nuova, alla quale portate, con consapevolezza, il contributo di una forte vocazione identitaria che è stata, nel corso degli anni, uno dei vostri punti di forza ed una delle ragioni di un radicamento diffuso nella realtà sociale del Paese".

Ma il discorso più atteso alla Fiera di Roma è quello del leader Gianfranco Fini, seduto in prima fila, accolto da un applauso dalla platea, che prenderà la parola domenica per decretare il traghettamento di An nel Popolo delle libertà, naturale approdo della strategia di allargamento della destra iniziata a Fiuggi.

21 marzo 2009

 

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